lunedì 14 aprile 2008

Il Bari sa quel che vuole

Tutto vero e confermato: il nuovo Bari sa scovare continuamente gli stimoli, possiede una propria dimesione, gioca sempre e contro chiunque. E insegue il risultato, ornamento senza ormai grande peso specifico. Non importa che il Brescia (affrontato sabato l’altro) viva motivazioni avvincenti sulla strada della A. E non importa che lo Spezia (battuto ieri in casa) debba cercare di spendere gli ultimi spiccioli di aggressività per conservare la categoria. Il Bari sa quel che vuole: l’onore di una fine di campionato nobilissima, la costruzione di una base solida da sfruttare il prossimo anno, il gioco su cui saldare certi languori lungamente sopiti. E lo ottiene. Comincia a diventare simpatico alla propria gente, il Bari. E anche questo è un obiettivo raggiunto. Più importante del gioco. Più importante di una classifica nettamente rivalutata. Più importante, almeno per ora, di un onore schiaffeggiato da amarezze infinite. Chissà, intanto, che ne pensano a Bologna, dove il Bari si recherà a breve. Il Lecce, silenziosamente, osserverà. Confidando nel nemico dichiarato.