martedì 15 aprile 2008

Lucida incoscienza, presentimenti e disperazione

L’arroganza tecnica che forza il risultato e il mestiere applicato nei novanta minuti sembrano aprire all’Aversa le porte della C2. Bastonando i ritagli di speranza del Barletta e complicando il sentiero già abbastanza tortuoso del Fasano. Che, di fronte ai normanni, fatica a competere. A volte, tuttavia, qualche minuto di recupero serve a riagganciare il senso di una partita già svanita. E, a volte, serve anche la lucida incoscienza di un portiere all’assalto della porta altrui. Accade tutto velocemente, tra presentimenti e frenesia. Fortunato, guardasigilli della squadra di Ortega, vede il tempo liofilizzarsi in una sconfitta piccante e decide di tagliare il campo, di partire alla ricerca dell’impresa impossibile. Che il suo trainer, persino, gli sconsiglia. Ma lui ci prova igualmente, occupando una posizione defilata, ai limiti dell’area, dove il vento è meno caldo. E dove la volontà è destinata ad annacquarsi. E, invece, il calcio franco di mastro Rufini è maldestramente deviato da Robustelli, il portiere dell’Aversa: il pallone, così, arriva sul sinistro di Fortunato. Diagonale più lento che rapido, ma sufficientemente preciso: e gol, decisivo e beffardo. Accade tutto all’improvviso. Accade tutto per il bene del campionato, che non perde interesse. Per il bene del Barletta, un po’ meno depresso di prima. E per il bene del Fasano, che non si rassegna allo score e ai playout. Che si agita ancora. Sulla scia dei presentimenti di Fortunato, ventenne che si carica una responsabilità, vincendo la sfida. E sulla scia della disperazione.