mercoledì 16 aprile 2008

Lacrime sull'Andria

Lacrime sull’Andria. Quelle del presidente Attimonelli e pure di qualche protagonista del campo. Lacrime che scendono in coda al pareggio raccolto domenica da un Marcianise già in doppio svantaggio e in difficoltà. A suggellare l’ennesima occasione distrutta, la nuova incertezza che minaccia sempre meno velatamente la salvezza, a piegare ulteriormente un morale flebilissimo. L’Andria si interroga ancora e ancora si lamenta: questa volta vanno valutate le pieghe di un penalty non assegnato, che Vadacca e compagni sono costretti a rivendicare. Niente di nuovo, però, perché l’intervento arbitrale si assomma a qualche altra distonia precedente. Ma, al di là degli episodi, bruciano quei due gol di vantaggio sacrificati. Infastidisce una tenuta caratteriale che, evidentemente, continua a non offrire garanzie di affidabilità. Dispiace quell’ingenuità (l’espulsione di Spinelli) che si assomma alle ingenuità di tante altre situazioni: che, assieme, legittimano la precarietà della classifica. E ferisce quel sentimento di impotenza che sembra doversi affacciare sulla squadra. Che, a proposito, è stata abbandonata – a poche ore dal match – anche dal suo nocchiero Palumbo, il terzo della stagione (adesso c’è Loconte, che si è seduto sulla panca già avant’ieri). Non sappiamo neppure perché il tecnico venosino si sia disimpegnato: lo stesso Palumbo non ha commentato. Né ha rimediato la società. E gli operatori locali dell’informazione non si sono preoccupati di indagare. O, se lo hanno fatto, hanno ritenuto più conveniente non divulgare le motivazioni del divorzio. Forse perché compromettenti: per il buon nome del calcio andriese o per la reputazione di qualcuno. Intanto, un’idea ce la siamo costruita: ricordando la ruvidezza e l’idiosincrasia al compromesso di Palumbo è persino facile.