martedì 29 aprile 2008

Grottaglie bello, Brindisi pratico e furbo

Succede di imbattersi in un risultato che inganna. Non per qualche artificio di chi vince, ma per la quantità e anche per la qualità (di manovra) di chi perde. E succede che la concretezza, quasi sempre, sconfigga il fraseggio. Davanti al suo pubblico il Grottaglie ha, del resto, imparato a proporsi con personalità. L’approccio generoso e vivido alla gara e il ritmo impresso al derby di ieri, poi, non sembrano mentire. Anzi: la formazione di Del Rosso pare intenzionata a chiudere il campionato inseguendo il solco della crescita, testimonianza trasparente di una condizione atletica ancora invidiabile. Neanche il gol, il primo gol del Brindisi (del brasiliano Júnior Bahia, uno che conosce i tempi di inserimento, la malizia e la porta), deprime l’Ars et Labor. Ma il raddoppio di Kettlun, un cileno essenziale e robusto, devia sensibilmente la logica di una partita in cui il Grottaglie pensa, cuce e agisce. E dove gli adriatici, furbi e freddi, attendono, rintuzzano e colpiscono, interpretando correttamente le coordinate del fuorigioco. Ma la sfida regionale più bella della stagione piace anche per l’abilità dei tarantini di non disperarsi, di non afflosciarsi, di crederci sempre. Anche sullo zero a tre. O sull’uno a tre, score che ridiscute le postazioni dei playoff. Che il Grottaglie visto nel derby merita senza condizioni. E che il Brindisi torna a puntare. Senza quotazioni altissime, in sede di pronostico: anche e soprattutto considerando il prossimo impegno, fissato in casa, contro il Pomigliano. Sì, solo a puntare: davvero un’incongruenza, per il materiale tecnico a disposizione di Silva. Oltre ogni luogo comune.